Home Cultura Sold out per “Miseria e Nobiltà”, quando la commedia diventa poesia

Sold out per “Miseria e Nobiltà”, quando la commedia diventa poesia

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E’ andata in scena ieri sera, presso il Teatro Delle Arti di Salerno, la commedia di Eduardo Scarpetta Miseria e Nobiltà diretta ed interpretata dallo straordinario Gaetano Stella accompagnato da un’eccezionale Matteo Salsano nei panni dell’irriverente Felice Sciosciammoca

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Salerno– Dopo lo strepitoso successo registrato in occasione del primo spettacolo della rassegna  “Napul’è Mille Culure”, l’eccezionale compagnia TeatroNovanta risplende ancora, portando in scena  “Miseria e Nobiltà” di Eduardo Scarpetta.

Napoli si sa è impossibile da spiegare, come si può raccontare la poesia di una tradizione lunga una vita? O quei paesaggi che hanno ispirato le più belle canzoni di tutti i tempi?

Napoli è arte, cultura, vita. Napoli è Teatro.

Miseria e Nobiltà è tra le più celebri e antiche commedie napoletane di Eduardo Scarpetta (1887). L’opera di grande rilievo oggi, come in passato, fu riproposta nel 1954, per celebrare la grandezza del commediografo Scarpetta, da Mario Mattoli con Totò, Sophia Loren, Carlo Campanini e Carlo Croccolo.

La commedia vede come protagonista Felice Sciosciammocca, interpretato magistralmente da Matteo Salsano, e Pasquale O’ Salassatore, interpretato da Gaetano Stella, indaffarati nella ricerca spasmodica di pochi spicci per nutrire le rispettive famiglie. Le donne di casa si mostrano immediatamente irrequiete e insofferenti scagliandosi l’una contro l’altra in una lite furibonda, dalla quale nessuna delle due uscirà vincitrice. La diatriba tra le due donne Concetta, moglie di Pasquale e Luisella, nuova moglie di Felice, esasperate dalle condizioni disastrose in cui versano, non riuscirà mai a sedarsi.

La trama ruota attorno all’amore del giovane Eugenio per Gemma, figlia del nobile Gaetano, un cuoco che nel tempo è riuscito a fare fortuna. Eugenio è un ragazzo umile pronto a tutto pur di ottenere la mano della sua amata, egli però viene ostacolato dal padre, il marchese Favetti, che rifiuta l’idea che suo figlio, di origini nobili, possa sposarsi con Gemma, figlia di un cuoco.

Il giovane innamorato, dunque, si rivolge allo scrivano Felice per trovare una soluzione. Felice e Pasquale, assieme alle rispettive famiglie, si introdurranno a casa del cuoco fingendosi i parenti nobili di Eugenio. Così frettolosamente la situazione precipiterà, ingarbugliando le vite dei protagonisti in un nodo fittissimo. Nonostante le esilaranti peripezie che vedranno Pasquale e  Felice nelle più disparate situazioni, il vero Marchese Favetti rivelerà l’imbroglio, il cuoco dopo un primo momento di smarrimento deciderà bonariamente di concedere la mano della sua adorata figlia ad un uomo tanto folle quanto innamorato, disposto a tutto pur di averla in sposa. L’amore scoppierà nuovamente anche tra Felice e Bettina, marito e moglie separati da sei lunghi anni che, inaspettatamente, si ritroveranno l’uno dinanzi all’altro pronti ad appianare le vecchie divergenze e iniziare una nuova vita insieme.

Analisi della commedia

Miseria e Nobiltà richiama i valori morali di ognuno di noi, mostrando quanto la povertà possa essere sintomo di grande ricchezza. Analizzando le figure di Felice e Pasquale possiamo notare la bellezza e la positività dei loro animi poiché, nonostante si trovino in situazioni al limite senza né cibo né risorse di alcun tipo, non perdono la voglia e la forza di sorridere.

La compagnia TeatroNovanta ha fatto risplendere ancora una volta la poesia del teatro, sottolineando i valori che la commedia di Scarpetta racconta.

La gioia di condividere assieme ad un amico fraterno le difficoltà, alleggerisce entrambi dal peso incombente della miseria. L’animo di Napoli si esprime nell’unione di due uomini dilaniati dalla povertà che si aggrappano alla vita con forza. Felice ritrova in Pasquale l’amico con il quale prendi in giro la triste realtà, la miseria si mostra con un altro volto più profondo e più poetico. A rendere ricchi Pasquale e Felice non sarà certo il denaro ma la loro nobiltà d’animo.

“La vera miseria è la falsa nobiltà”

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