Home Cultura L’ultimo giorno della Calendula: è a Salerno la Fiera Medievale più ricca di storia

L’ultimo giorno della Calendula: è a Salerno la Fiera Medievale più ricca di storia

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L’ultimo giorno della Calendula: è a Salerno la Fiera Medievale più ricca di storia
La locandina della Fiera

Volge oggi al termine la Fiera del Crocifisso Ritrovato, iniziata il 25 Aprile negli spazi del  Centro Storico di Salerno, grazie all’interessamento del Comune (nella figura del Sindaco De Luca) e alla collaborazione dell‘UISP (Unione Italiana Sport Popolare), nonché del Gruppo Archeologico Salernitano (rappresentato dal Presidente Felice Pastore) e dell’Associazione Gens Langobardorum (con il Presidente Luca Borsa).

Da sinistra verso destra: Morena Scipioni, filatrice al telaio (Gruppo Antichi Mestieri), Giovanni Maio (Arcieri di Avalon), Federica Garofalo, Giovanni Caracciuolo e Massimiliano Belluccio (Gens Langobardorum)

La Fiera, che ci ha incantato come ogni hanno con laboratori e stands ispirati all’artigianato medievale, quest’anno si è arricchita con la partecipazione di figuranti, arcieri, falconieri e artigiani provenienti da tre grandi gruppi storici: gli Arcieri di Avalon (guidati da Giovanni Maio), gli Arcieri di Eboli (con il bravissimo Maestro Arciere Angelo Sorvillo, detto “Robin Hood”) e il gruppo degli artigiani e mestieri antichi di Verona.

Alla sfilata in costume del 25 sera (presso il tempio di Pomona) ha fatto seguito quella del 26 Aprile in Piazza Portanova, richiamando i tantissimi alunni delle scuole elementari salernitane, mentre le vie del Centro Storico (compresi gli spazi antistanti il Duomo e il Complesso Monumentale di S. Sofia) sembravano respirare l’atmosfera di una Salerno dimenticata tanto tempo fa – tra lavorazioni al tornio, arrotini, tessuti filati al telaio, pergamene (ricavate da vere pelli di animali, come vuole la tradizione), bachi da seta, spettacoli degli sbandieratori di S. Margherita d’Adige e Montagnana ed esibizioni di falconieri esperti da Siena. Senza dimenticare la full-immersion promossa da Gens Longobardoum, che ha posto l’accento sulla Scuola Medica Salernitana.

“Siamo tutti artigiani”, afferma Giovanni Caracciuolo, restauratore e artigiano del legno per Gens Langobardorum. “e facciamo questo lavoro con passione”. Giovanni Maio, coordinatore degli Arcieri di Avalon, spiega: “Siamo molto grati all’UISP per l’aiuto offerto. Il nostro gruppo è composto da arcieri e falconieri, e siamo lieti di ospitare il Prof. Pino Arpaia, che pur essendo piemontese ama il Cilento, e ha scelto di presentare con noi il suo libro Limoncello e babà“.

Il gruppo Arcieri di Avalon ha curato il reading di questo interessante volume dedicata al Cilento (presentato ieri, alle ore 18.00, nel Complesso Monumentale di S. Sofia) e la distribuzione di un saggio divulgativo intitolato “Scuola Medica Salernitana” (a cura di Giuseppe Amelio), giovandosi della presenza di grandi esponenti della cultura salernitana, tra cui il Consigliere Regionale Gianfranco Valiante, il Presidente della UISP Campania Dott. Ivo Capone e lo storico salernitano Prof. Giovanni Amatuccio.

Angelo Sorvillo, Maestro Arciere detto "Robin Hood".

“Il Medioevo prova a rivivere anche così” afferma Angelo Sorvillo, Maestro Arciere. “Gli Arcieri di Eboli, ad esempio, hanno ottenuto molte soddisfazioni grazie all’impegno e alla pratica del tiro con l’arco. Il Comune di Eboli ha voluto omaggiarci anche con il dono di uno stendardo: il nostro Presidente Giovanni D’Amato ne è orgoglioso”.

“Noi artigiani di Verona, invece, abbiamo deciso di collaborare per trasmettere al pubblico il fascino degli antichi mestieri” racconta Morena Scipioni, filatrice del gruppo veronese. “Anche dei mestieri che non si vedono più in circolazione devono essere riscoperti. Noi mostriamo ai visitatori la tecnica, grazie ai laboratori itineranti per la produzione di formaggi, seta, legno, libri, cera. Alcune volte proponiamo al pubblico l’acquisto di un baco da seta al prezzo simbolico di un euro: è uno dei tanti modi che usiamo per avvicinare la contemporaneità al fascino e ai misteri del nostro passato. Non dimentichiamoci che il Basso Medioevo è stata un’epoca molto buia, esplosa successivamente in una molteplicità di arti e culture intorno all’anno 1300″.

Oggi è l’ultimo giorno in cui possiamo ammirare, almeno per quest’anno, lo splendore del passato salernitano: la Calendula, eterna mascotte della Fiera, ci aspetta nel Centro Storico per un viaggio di ricordi sulle vie che furono calcate dalle famose medichesse salernitane.