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Ligabue, un sold out abbagliante nella prima sera del “Made in Italy tour” a Eboli

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Ligabue, un sold out abbagliante nella prima sera del “Made in Italy tour” a Eboli

Il “Made in Italy tour” di Ligabue fa sold out nel primo dei due appuntamenti al Palasele di Eboli . Il cantante in scena con uno spettacolo che fa da ponte tra passato e presente, costruito prestando particolare attenzione all’aspetto visivo

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Aveva fatto spaventare un pò tutti Luciano Ligabue quando, agli inizi di Febbraio, era stato costretto ad annullare le date d’esordio, tra le circa 55 totali previste, del suo imminente tour a causa di un problema alle corde vocali.

Diversi fan, addetti ai lavori e anche semplici curiosi immediatamente sono stati assaliti dallo sconforto e soprattutto dal timore di non poter ascoltare dal vivo i brani contenuti in “Made in Italy” l’ennesimo album da record, già quattro volte platino, pubblicato dall’artista di Correggio lo scorso novembre.  Sconforto che fortunatamente è durato l’arco di una settimana circa, lo stesso tempo impiegato dal Liga per ristabilirsi perfettamente prima di tornare sul palco ad Acireale nel giorno di San Valentino dando via ufficialmente alla tournèe.

Indossando una giacca abbinata vagamente al colore dei capelli e corredata dall’immancabile paio di occhiali scuri “effetto rockstar”, ieri sera Ligabue con il suo “Made in Italy tour” è sbarcato al Palasele di Eboli tranquillizzando chi aveva temuto per la sua salute con un concerto-evento tutto esaurito da diverse settimane. Un palco immenso in termini di dimensioni, avente qualche richiamo a format esterofili,  e corredato da un enorme ledwall centrale, che trasmetteva a fasi alterne immagini del pubblico mixate con quelle del cantante, ha fatto da base all’intero show, sviluppato in due parti perfettamente distinte.

La prima di esse, forse un po’ sottotono, è stata totalmente modellata sui pezzi del nuovo album che a partire da “La vita facile” sono stati quasi tutti eseguiti in rapida sequenza e senza soste in una sorta di aperitivo per riscaldare il pubblico in attesa del piatto forte. In quest’ottica brani come  le hit radiofoniche “Made in Italy” o “G come giungla”, a cui si associano le meno note “Vittime e complici” , “I miei quindici minuti”, su cui l’artista si è concesso anche un momento social riprendendo il pubblico con lo smartphone, oppure “Ho fatto in tempo ad avere un futuro”, hanno fatto da colonne portanti per una specie di ottovolante iniziale in grado di alternare porzioni movimentate a frangenti più introspettivi e tranquilli in grado di accontentare tutti i fan più accaniti.

Gli accordi rock old school di “Sulla mia strada” e “Bar mario” hanno dato avvio, invece, alla seconda parte dello show che in perfetto stile amarcord è stata incentrata sulle più famose pietre miliari presenti nella carriera dell’artista emiliano. Evergreen nostalgici come “L’odore del sesso”, “Questa è la mia vita” o “Il meglio deve ancora venire”, abbinati ad un cambio look in stile più aggressivo, hanno contribuito ad alzare notevolmente i decibel mandando in delirio il pubblico e liberando in sala un bel po’ di chiasso e vivacità.

In questo clima, quasi da stadio, Luciano ha giusto il tempo di intonare un paio di pezzi in acustico ai piedi del palco e tête-à-tête con il pubblico, “un pò come si faceva negli anni ’90, quando molte cose non erano come oggi”, prima di alzare nuovamente volume e voce riaprendo le danze con gli accordi di “Tra palco e realtà” e “Balliamo sul mondo”.

Una dopo l’altra le canzoni in scaletta diminuiscono, finché all’appello dei fan arrivano a mancare solo l’intramontabile “Certe notti” che, eseguita in abbinamento alla presentazione della band, con “Urlando contro il cielo” trasforma il Palasele in un grande tappeto di parole acapella proferite dalla folla a fare da congedo ottimale per l’intero spettacolo.

Uno spettacolo che nel complesso abbina in maniera molto gradevole la musica all’aspetto visivo, esaltando notevolmente la figura dello stesso Ligabue e della sua band grazie all’utilizzo di un set di luci pazzesco, che nulla ha da invidiare alle maggiori produzioni internazionali. Variazioni cromatiche continue, ed onnipresenti durante tutto il concerto, sono abbinate ad una serie di effetti visivi abilmente mixati sull’enorme schermo che detta legge sul palco.

Allo stesso tempo una miriade di fari colorati, led e luci stroboscopiche si alternano continuamente con sfumature e miscelazioni a tratti assurde che toccano l’apice nel blu effetto universo, esaltato da transizioni con pianeti e orbite, di “Piccola stella senza cielo” o nell’arancio fluo effetto insegna da bar Hollywoodiano, corredato da immagini di genere, de “E’ venerdì non rompetemi i coglioni”. Il risultato finale?? Una vera e propria cornice luminosa, che muovendosi perfettamente a tempo, è  in grado di dare risalto all’ intero andamento musicale, evitando che esso possa sfociare nel piattume.

In effetti, pensandoci meglio, da Ligabue non ci si poteva non aspettare qualcosa del genere dato che è lui stesso ad affermare che d‘altronde “certe luci non puoi (mica) spegnerle”.

Il “Made in Italy tour” farà tappa a Eboli anche stasera con il secondo ed ultimo appuntamento previsto per la provincia di Salerno. Per ulteriori informazioni su biglietti o altro è possibile visitare il sito: http://www.anni60produzioni.com/

Di seguito la fotogallery della serata a cura di Alfonso Maria Salsano:

 

 

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