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Il viaggio è conoscenza dell’altro! Eleonora dall’Australia

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Il viaggio è conoscenza dell’altro! Eleonora dall’Australia

Continuano le interviste per il progetto Ebasco che giunge all’ottavo articolo sulla Rubrica MulticulturalMente a cura di AMA. La nostra amica Eleonora, conosciuta in un viaggio in Egitto, ha rilasciato la sua testimonianza entusiasta dell’iniziativa.

Come sempre rivolgeremo alla nostra intervistata tre domande che lasciano spazio al racconto e alle impressioni, per condividere insieme a i nostri lettori uno spaccato di mondo e di vita vissuta di un giovane viaggiatore.

Cosa ti evocano le parole “migrazioni” e “multiculturalismo”?

Queste due parole mi evocano molti altri termini: viaggi, sogni, differenze culturali, paure, condivisioni di vite. Da Italiana che vivevo nel mio paese e vedevo gente immigrata son passata dall’altra parte della facciata, a emigrata in un altro paese, dall’altra parte del mondo: Australia. Qui la cosa è poi complicata, in quanto il vero popolo, gli aborigeni, vivono per lo più come gli immigrati poveri dell’Italia, per strada.

Quindi dopotutto siamo tutti ospiti di questo mondo, viaggiando vai a ricoprire un posto nella società che prima non avevi, passi da cittadino a viaggiatore, a “backpacker”, spesso anche visto in mal mondo da alcuni australiani. Migrando e viaggiando però trovi anche città e paesi multiculturali, l’Australia ne è un grande esempio … e ti apre la mente!

 

Se ti chiedessi di raccontarmi un episodio su questi due temi, cosa mi diresti?

Allora, ce ne sarebbero tanti di episodi da raccontare, dopo gli ormai 8 mesi che sono qui in Australia. Ho conosciuto gente da tutte le parti del mondo: Francia, Germania, Inghilterra, America, Argentina, Colombia, Brasile, Spagna, Perù, Filippine, Nuova Zelanda, Corea, … e molti altri. Son passata in vari ostelli e ho convissuto per diversi mesi in diverse case, con diverse persone.

L’esperienza più importante è stata però quella a Brisbane, dove ho convissuto con una ragazza Argentina, Betiana. Ora ho una “hermana” oltreoceano, il fatto che stavamo viaggiando e emigrando dai nostri paesi ci univa molto … le nostre culture poi erano molto simili. L’Australia è certamente un paese multiculturale, quando passeggi per Sydney pensi di essere in Cina da quanti orientali ci sono! A Melbourne ti pare di esser tornato in Europa … conosci veramente molti aspetti culturali. Con Betiana però, nonostante lei provenga dall’altra parte dell’oceano, avevo trovato un feeling culturale stupendo, non si sentiva la differenza, nonostante parlavamo in inglese, lingua non naturale per entrambe. La cosa buffa era che a volte lei mi parlava in spagnolo, quando non le veniva in mente un termine in inglese e quel termine era simile in italiano e ci capivamo al volo! Un po’ di spagnolo lo parlo pure io, ma essendo in Australia ed essendo qui anche per parlare in inglese cercavamo di parlarlo sempre.

Un’altra esperienza fantastica è stata quella su Heron Island, una piccola isola della Great Barrier Reef. Ho convissuto con altri biologi marini (ero volontaria per un progetto della University of Queensland) provenienti da varie parti del mondo (Brasile, Spagna, Francia, Filippine ecc…). Questo ti fa capire come, anche se originari da diversi paesi e culture, si possa avere una passione o un sogno in comune e cooperare in progetti per la conservazione dell’oceano.

Credi si possa o si debba fare qualcosa per la conoscenza delle culture?

Assolutamente si ! Viaggiando si va a contatto veramente con molte culture, si cresce e si apre la mente.

Ora ti racconterò una cosa che mi è capitata. Ero a Brisbane, avevo perso il lavoro (qui in Australia tutto gira velocemente, come ti arriva un lavoro all’improvviso così lo puoi perdere) e ne stavo cercando un altro. Ho cercato ovunque, anche come cameriera o lavapiatti … non trovavo nulla in quel periodo. Ero giù di morale ma una mattina ho deciso di lasciar perdere il pensiero lavoro/soldi e di arricchire la mia anima: una lunghissima conversazione con un ragazzo di origini marocchine, personal trainer in una palestra di boxe di Brisbane. Non ricordo il suo nome ora come ora, comunque è stata una giornata strana, non avevo mai affrontato problemi culturali/religiosi con un uomo mussulmano. Ci siamo seduti su una panchina di fronte a Brisbane River e siamo stati ore a parlare, affrontando diversi temi. Quello che più mi ha colpito è stato il suo discorso sulle donne: ”una donna è come un gioiello, bisogna proteggerla e nasconderla … perché se tu hai un diamante prezioso lo tieni a casa in un cassetto, non lo porti in giro mostrandolo a tutti i passanti che potrebbero rubartelo. La donna è come quel diamante, deve nascondersi tra i veli per esser al sicuro”.  Io ho provato a fargli vedere il mio punto di vista riguardo la libertà femminile, ma lui insisteva che una donna non si sente prigioniera dietro quei veli, ma si sente al sicuro. Insomma alla fine nessuno dei due aveva cambiato la propria opinione, ma ci eravamo ascoltati con rispetto, anche nella conversazione seguente, riguardante Dio, il paradiso, l’inferno, l’universo, l’evoluzione …