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Monitoraggio acque in Campania, presentati i risultati di Legambiente

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Monitoraggio acque in Campania, presentati i risultati di Legambiente
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Goletta Verde, la storica campagna promossa da Legambiente, ha presentato i risultati del monitoraggio delle acque in Campania. Metà dei campioni analizzati ha mostrato cariche batteriche elevate: su 30 punti monitorati, 16 sono quelli inquinati

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Questa mattina, presso la sede della Lega Navale di Salerno, si è tenuta la conferenza stampa di Goletta Verde, la campagna di Legambiente relativa alla rilevazione dello stato di salute delle acque e delle coste della nostra penisola.

La campagna ha presentato i risultati del monitoraggio delle acque in Campania, a seguito dei prelievi effettuati dal 26 al 30 giugno 2017. Il campionamento è stato realizzato su 30 punti dislocati tra diverse province campane. Le aree sottoposte alle analisi sono state individuare in base ad un criterio di “maggior rischio” di presunto inquinamento, a seguito delle segnalazioni dei circoli locali di Legambiente e dagli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta.

Sono rientrati nel mirino in modo particolare canali, foci di fiumi e torrenti, che in gran parte continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati. Ed è proprio la mancata depurazione una delle questioni che viene più fortemente denunciata dal team di Goletta Verde. Si tratta di una problematica che ha stabilito record tutt’altro che positivi per la nostra salute: le foci del fiume Irno (Salerno), del torrente Savone (Mondragone, CA), del fiume Sarno (Torre Annunziata/Castellammare di Stabia, NA) e del canale Licola (Pozzuoli, NA) sono state confermate per l’ottavo anno consecutivo come “fortemente inquinanti”. Un pericolo elevatissimo che mette a rischio le risorse naturali della regione e la salute del cittadini.

L’indagine si è svolta su parametri microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e sono stati considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione (D.lgs. 116/2008 e decr. Attuativo 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano più del doppio di tali valori. Delle 30 unità del campione, più della metà hanno presentato un grave problema batteriologico. In totale 16, di cui 14 considerate fortemente inquinati e 2 inquinati.

goletta verde

A questo quadro da brividi bisogna aggiungere anche la pessima situazione in cui verte il nostro litorale. Costellato da numerose spiagge-discariche, sono stati rinvenuti rifiuti di ogni genere, dalla plastica (censita nel 100% del campione), fino a rifiuti  ingombranti, quali pneumatici e persino cartucce di fucile. Quasi del tutto assenti cartelli informativi (ed obbligatori per legge) circa la qualità delle acque, problema spesso sottovalutato e che mette a rischio la salute dei bagnanti.

Inoltre, la non conformità dei controlli eseguiti dall’Arpac sui depuratori regionali durante lo scorso anno, circa il 38% su base regionale per il 2016, intensifica le preoccupazioni, con punte di non conformità per gli impianti della provincia di Avellino al 70% (a seguito Salerno al 66%, Benevento al 52%, Caserta al 27% e Napoli al 22%).

A presentare i dati è stato Giorgio Zampetti, resp. scientifico di Legambiente. “Il monitoraggio della Goletta Verde non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma scovare le criticità presenti nei sistemi depurativi regionali per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari”. E ha poi aggiunto che “circa il 25% delle acque di fognatura viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato, nonostante siano passati oltre 10 anni dal temine ultimo per mettersi in regola con la normativa europea”. Un ritardo che pesa enormemente anche sulle tasche dei cittadini a causa delle continue sanzioni che colpiscono gli agglomerati urbani inadempienti rispetto alla direttiva europea.

Le analisi della Goletta Verde hanno riscontrato quanto segue:

  • In provincia di Caserta, fortemente inquinati 3 punti 3: foci Fiumarella e del torrente Savone, entrambe a Mondragone; foce del Regi lagni, a Castelvolturno.
  • In provincia di Napoli, fortemente inquinati 4 punti su 16: foce del fiume Sarno, tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia; foce del canale Licola, a Pozzuoli; foce del canale presso Mappatella Beach sul lungomare Caracciolo e foce nei pressi della spiaggia dell’alveo Volla, a Napoli.
  • In provincia di Salerno, concentrazioni di inquinanti in 9 punti su 11. Di queste aree, ben 7 fortemente inquinati: foce del fiume Irno a Salerno; foce del Tusciano a Battipaglia; sbocco del canale di scarico presso Marina di Eboli: foce del rio nei pressi di via Posidonia a Laura di Capaccio; foce del fiume Picentino tra Salerno e Pontecagnano; foce del torrente Asa a Pontecagnano Faiano; foce del fiume Bussento a Policastro Bussentino (Santa Marina). ‘Solamente’ inquinati 2 punti, si tratta della foce del fiume Solofrone, tra Capaccio e Agropoli, e della foce Capo Fiume in località Torre di Paestum – Licinella.

Al di là dell’alterazione batteriologica, Giancarlo Chiavazzo, resp. Scientifico di Legambiente Campania, ha sottolineato che l’inquinamento è  concretamente tangibile dalla proliferazione di schiume e mucillagini dalla colorazione anomala, rinvenute nelle acque di balneazione. Ha, poi, messo l’accento su i rallentamenti dell’Ente Idrico Campano, quale concausa del problema della depurazione. “Dopo un anno e mezzo dalla legge regionale sul riordino del servizio idrico integrato e l’istituzione dell’Ente Idrico Campano, atto che avrebbe dovuto segnare una svolta nella risoluzione delle criticità dei servizi idrici di cui la depurazione è una componente fondamentale, non risulta ancora operativo”.

Un vademecum di 10 buone pratiche estive, per vivere al meglio il mare, la natura e l’ambiente in sicurezza e salute, è stato realizzato dalla Goletta Verde in collaborazione con il Sindacato Medici Italiani. In sua rappresentanza Raffaele D’Arco: “Un buon ambiente porta ad una buona salute. Vogliamo ricordare ai cittadini come si tutela la salute, come si tutela il territorio. La sinergia con Legambiente era necessaria”.

Il presidente di Legambiente Campania, Michele Buonomo ha concluso ricordando l’importanza di non arrendersi dinanzi ad una sfida così ardua, che può condurre ad un migliore sviluppo ambientale, economico e culturale. “Continuiamo a lottare per una Campania virtuosa, che punta su innovazione, bellezza e sostenibilità”.

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