Home Territorio Eboli Giorgia e la sua voce pazzesca incantano la notte di Eboli nel ricordo di Prince e Pino Daniele

Giorgia e la sua voce pazzesca incantano la notte di Eboli nel ricordo di Prince e Pino Daniele

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Giorgia e la sua voce pazzesca incantano la notte di Eboli nel ricordo di Prince e Pino Daniele

L’Oronero Tour di Giorgia fa tappa al Palasele. Un gradito ritorno per l’artista romana, avente origini locali, che porta in scena uno spettacolo altamente tecnologico e ricco di musica racchiusa in una sola voce

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“Mi sento emozionata ed ho allo stesso tempo paura, perchè è come se fossi a casa mia dato che sono cresciuta qui, in questa terra bellissima che spero sia sempre preservata. Solo ora ho capito quanto avesse ragione mio nonno quando affermava che non esiste un posto bello quanto il Golfo di Salerno”.

Si presenta così Giorgia al Palasele di Eboli, con un messaggio d’amore relativo alle sue origini Cilentane e proferito dopo un intro musicale che dà avvio alla seconda data campana, dopo quella di Napoli, dell’Oronero tour 2017. Sul palco con lei la sua multietnica e versatile band  che viene immediatamente presentata dall’artista già dopo i primi due brani, quasi a voler cominciare lo spettacolo dai titoli di coda per poi risalire a ritroso. Un discorso simile accomuna anche la tracklist della serata che si apre con “Vanità”, il singolo più recente in ordine di tempo estratto dall’album che dà il nome al tour, ed in questo caso termine che rappresenta un unicum sporadico in tutta la serata dato che di vanità vera e propria nello show non ce n’è alcuna traccia.

Sono presenti, invece, la musica, vero leitmotiv di giornata,e soprattutto la tecnologia che si mette in mostra su di un palco all’apparenza scarno o povero, ma in grado di animarsi all’improvviso grazie ad una serie di grandi schermi dotati di bracci robotici che ne permettono il movimento in modo tale da seguire l’andamento dei pezzi eseguiti. Nelle loro transizioni i ledwall si dispongono in geometrie sempre diverse che vengono completate da un massiccio lavoro visivo basato su animazioni e frame video in grado di riempire nella loro totalità le porzioni centrali degli schermi. In quest’ottica da una specie di cubo che si apre per permettere l’ingresso della stessa Giorgia nelle fasi iniziali dello show, si passa a continue disposizioni circolari o più squadrate che hanno il loro apice nel libro che si forma sulle note di “Gocce di Memoria” e sulle cui pagine vengono proiettate diverse immagini della cantante da giovane.

Il risultato finale è un fitto senso di movimento generale, accentuato anche dalle luci e dalle continue apparizioni di due ballerini che con una danza molto “robotica” sembrano integrarsi perfettamente con il background. A dispetto di quanto possa accadere, in questo scenario la “piccola” Giorgia non passa mai in secondo piano ma anzi è parte integrante dello stesso mentre salta, si sdraia e balla sulla passerella del palco che viene occupato in tutta la sua interezza sia fisicamente che vocalmente. Proprio la voce, infatti, è l’altra chicca della serata. 

Chiara, perfetta e mai inconcludente in un modo talmente ottimale che a tratti sembra di ascoltare un disco mentre si è in macchina. Giorgia ci gioca in continuazione cambiando tonalità a suo piacimento tra vocalizzi sfrenati ed acuti altrettanto azzeccati realizzati con una semplicità disarmante che si dimostra in grado di conferire una veste nuova a qualsiasi pezzo eseguito. In quest’ottica i vari evergreen presenti in repertorio come “E poi”, “Come saprei” o “Tu mi porti su” fanno a gara con gli applausi e i boati di approvazione raccolti dalle più recenti “Oronero” o “Posso farcela”, eseguita dalla cantante in una gabbia di luce di forte impatto visivo. I continui applausi della folla fanno da tappeto per un siparietto tra Giorgia ed uno degli steward presenti in sala, sfruttato per introdurre “L’amore che conta”, e dopo qualche chiacchiera con il pubblico per “sapere come va”, c’è spazio anche per aumentare un pò i decibel sulle note di “Vivi davvero” e de “Il mio giorno migliore” che, complici anche gli effetti scenici, trasformano il Palasele in una discoteca.

Come se tutto questo non bastasse l’intera opera è completata da due momenti amarcord, dislocati rispettivamente all’inizio e alla fine dello show, in cui Giorgia e la sua band usano la musica a fine nostalgico/rievocativo. Prima il chitarrista afroamericano Sonny T fa un viaggio nella discografia di Prince, del quale vengono intonate in rapida successione “Kiss”, “Sign o the times” e la stupenda “Purple Rain” che colora in rosa l’arena di Eboli, e poi la stessa Giorgia si fa portavoce di un medley datato 1997 che racchiude in pochi minuti le varie “Laura non c’è” di Nek, “Primavera”di Marina Rei, “Every breath you take”, eseguita nella versione di Puff Daddy con tanto di rappato, e “Che male c’è” di Pino Daniele grande amico e co-produttore di alcuni brani della stessa cantante romana.

Nel complesso le due ore abbondanti di show scorrono via in men che non si dica, grazie alla musica ed agli effetti scenici che fanno da semplice sfondo alla già citata voce ed all’aria sbarazzina di Giorgia in grado di abbinare eleganza e professionalità in una maniera disarmante. Se a ciò si unisce anche il supporto di una band di tutto rispetto allora il risultato complessivo non può che essere fenomenale, perchè nessuna nota suona “stonata”.

 

Galleria fotografica a cura di Alfonso Maria Salsano:

 

 

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