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Ferrovie non dimenticate, IX Giornata Nazionale

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Ferrovie non dimenticate, IX Giornata Nazionale

Il Treno fischia nella Valle del Mingardo. In occasione della IX Giornata Nazionale delle Ferrovie Non Dimenticate, singolare escursione tra opere ingegneristiche ideate dall’uomo e scenari paesaggistici plasmati dalla Natura

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Nell’ambito della “IX Giornata Nazionale delle Ferrovie Non Dimenticate”, le associazioni “Mingardo e Miti” di San Severino di Centola e “Posidonia – Cilento” di Camerota hanno promosso, Domenica 3 Aprile, l’iniziativa Il Treno fischia nella Valle del Mingardo. Un percorso di trekking misto, attraversando  opere ferroviare create dall’uomo e scenari paesaggistici plasmati dalla Natura nel massiccio calcareo del Monte Bulgheria.

Da dimenticate a non dimenticate. Dopo otto edizioni  cambio nella denominazione, grazie all’impegno decennale profuso dalla Co.Mo.Do., che ogni anno dedica una “giornata lunga un mese” alla mobilità dolce su sedimi dismessi, nell’ottica della valorizzazione storico-culturale di queste infrastrutture, che non utilizzate da diversi decenni, rischiano (rischiavano) di trasformarsi in “ruina”.

L’evento ha beneficiato del patrocinio del “Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni”, nonché dei Comuni di Camerota, Celle di Bulgheria, Centola, Roccagloriosa e San Giovanni a Piro. Al raduno nel piazzale della stazione di Centola presenti Carmelo Stanziola Sindaco di Centola, nonché consigliere provinciale e rappresentanti di ogni Comune patrocinante. E proprio la Valle del Mingardo può innescare una fenomenale sinergia tra questi enti, nell’ambito del turismo storico – ambientale. Una valle che non separa, ma che unisce. L’assenza di soluzione di continuità la fornisce il fenomenale colpo d’occhio che si riscontra dal punto di osservazione denominato “Epitaffio”, assunto, nella modernità, a confine politico tra i comuni di Camerota e Celle di Bulgheria. 

ferrovie
Sosta nella “Grotta dei briganti”

Per questa escursione, dedicata alla giornata delle ferrovie non dimenticate, i circa cinquanta partecipanti hanno beneficiato di una guida d’eccezione quale il prof. Salvatore Calicchio. Uno dei migliori conoscitori del territorio cilentano. Il suo ventennale impegno nel settore del turismo ambientale, volto  alla riscoperta e la rivalutazione dei sentieri naturali e/o antichi, sta portando finalmente i suoi frutti, dopo anni di prediche nel deserto, come il Giovanni Battista.

Nella prima parte della passeggiata, pianeggiante, si è percorso il ramo dismesso della vecchia tratta Salerno – Reggio Calabria. Oltrepassati il deposito ferroviario di acqua, in stato di abbandono, si è transitati sul vecchio ponte in mattoni di epoca fascista, eretto in sostituzione di uno in ferro, che permetteva al tracciato ferroviario di scavalcare agilmente il fiume Mingardo. Un’opera di alta ingegneria, sapientemente inserita nel notevole contesto paesaggistico ed ambientale. Dopo il ponte, per un attimo, avvolti dalle tenebre di una galleria, prima di arrampicarsi per le pendici del Bulgheria.
Nella seconda parte dell’escursione si è percorso un tratto dell’antica via di collegamento che dal porto della Molpa, attraversando il territorio del Comune di Camerota, conduceva sino al Vallo di Diano. Un sentiero ricco per la sua singolarità geologica e botanica, per la sua valenza storica e non ultimo il suo aspetto panoramico. Nell’arrampicata dal lato mancino si è potuto apprezzare la flora e la geologia che caratterizza il Bulgheria, mentre dal lato opposto, con il fianco esposto al vento, la vista costante sulla Valle del Mingardo ed il Borgo medievale di San Severino di Centola, manifestatosi da diverse prospettive per via del punto di osservazione errante.

Una breve sosta in quella cavità che l’uomo ha sottratto alla natura, denominata “grotta dei briganti”, ma che in effetti trattasi di un rifugio militare. Ultimo sforzo in salita che vale la conquista dell’Epitaffio, antico punto di osservazione, demarcato dalla fabbrica di un muro in pietra. Tangibile segno  di storia e geografia, visibile da diversi chilometri di distanza e dal quale si percepisce la sensazione di guardare verso l’infinito. Da qui i ponti delle ferrovie, imponenti da vicino, sembrano dei modellini in scala. Il giro di orizzonte è ampio in qualunque direzione si guardi. Solo il Monte Antilia riesce a dare un limite allo spazio, che prontamente torna a dilatarsi  mirando verso il Monte Gelbison. Roccagloriosa  un esile cono adagiato nella valle, oltre il quale il “guardo” non può spingersi. Ma è verso il mare, con il promontorio della Molpa, che la percezione infinita diventa realtà.

Galleria fotografica All Rights Reserved Pietro Avallone

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Laureando in architettura, Flaneur e fotografo. Nel 2004 vince il concorso fotografico "Spalle al mare" indetto dalla Feltrinelli di Napoli. Al suo attivo le mostre fotografiche "Altrove che quì" (IX meeting del mare, Marina di Camerota 2005), "Scelte di vita" (Expressioni, Lacco Ameno-Ischia 2005). Partecipa ad A.GA.T.A. con 2 retrospettive di cui cura personalmente anche gli allestimenti (Camerota, 2009, 2010). Per Edizioni dell'Ippogrifo è autore delle foto dei libri "La nuova Cucina di Napoli" di F. Aiello (2013) e "Sorbillo La pizza di Napoli" di F.Aiello (2014). Nel 2014 una sua foto è pubblicata sul sito del TIME