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Cava de’ Tirreni senza ginecologia: nasce in casa il piccolo Simone

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Cava de’ Tirreni senza ginecologia: nasce in casa il piccolo Simone

Dopo la chiusura dei reparti di Ginecologia e Ostetricia a Cava e Mercato San Severino una coppia di genitori decide di optare per il parto in casa

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Il piccolo Simone è nato la scorsa domenica in casa sua. La chiusura del reparto di ginecologia è stata clamorosa per i cittadini di Cava e se l’esperienza del parto in casa può sembrare ad alcuni una pratica ormai inconsueta, una coppia di giovani smentisce tale credenza.

Così, secondo quanto rivelato da La Città, Fiore De Nicola, cuoco di 30 anni, e la sua compagna Francesca Senatore, studentessa di naturopatia e operatrice ayurvedica, con l’aiuto di due ostetriche, Emanuela Errico e Alessandra dell’Orto, hanno potuto stringere tra le loro braccia il neonato, ricorrendo ad un parto del tutto naturale.  L’intervento è stato effettuato anche con la tecnica del lotus birth che non prevede di recidere il cordone ombelicale attaccato alla placenta, aspettando invece che si stacchi. Per qualche giorno il neonato continua a riceverne i benefici e il rischio di infezioni, emorragie o contaminazioni batteriche è assente.

Un’esperienza senz’altro dal forte impatto emotivo per  la giovane coppia, rammaricata al contempo per la chiusura del reparto di ginecologia cavese: il rischio è che in questo modo non nasceranno più bambini in città e anche chi avesse voglia di optare per il parto in casa, sapendo che non vi è una struttura pronta ad accogliere un’emergenza, è disincentivato a farlo.

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Classe 1993, Laureata con lode in Lettere moderne presso l'Università degli Studi di Salerno, discutendo una tesi dal titolo "Aspetti dello sperimentalismo ovidiano: ars amatoria e remedia amoris". Attualmente impegnata nel corso di laurea magistrale in Filologia moderna. «M’abbandono all’adorabile viaggio: leggere, vivere dove guidano le parole», afferma Paul Valery e allo stesso modo, appassionata di lettura e di scrittura, credo fermamente nell'importanza e nella capacità persuasiva delle parole. Scrivere, per me, significa condividere: partecipare insieme, offrire del proprio ad altri, un'esperienza che affratella e, se vissuta da più punti di vista, più ricca, fertile di discernimento, di emozione comunicante, tutto ciò che la collaborazione con il team di Zerottonove, sono sicura, mi donerà. Propositiva, caparbia, sono attratta dalla possibilità di arricchire sempre più il mio bagaglio culturale, abbracciando qualsiasi esperienza che, nei limiti del possibile, si presenti, mai rinunciando a priori, perché ogni esperienza potrebbe essere un'occasione di svolta.