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Castel Vernieri, monumento di serie B

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Castel Vernieri, monumento di serie B

Castel Vernieri, un complesso architettonico abbandonato a sé stesso. Il racconto di un monumento che ha fatto la storia di Salerno

La storia della città di Salerno non può prescindere dal suo apparato difensivo. Un sistema, questo, che prevede più di un castello. Creati non in base ad un’unica visione difensiva della città, furono piuttosto il risultato di singole iniziative attuate nel tempo dei Longobardi e dei Normanni secondo le loro esigenze. Insieme ai tre castelli salernitani: Castello Arechi, Palazzo Arechi e castello di Terracena (di cui solo il Castello Arechi esiste attualmente, gli altri sono andati distrutti), costituivano parte integrante del sistema difensivo salernitano anche Castel Vetrano e Castel Vernieri.

In località Fuorni, su un colle a circa 100 m sul livello del mare, sorge il Castel Vernieri, situato, in pratica, alla porta sud di Salerno. Tutt’oggi, percorrendo il tratto di autostrada da Salerno a Pontecagnano, si intravede a destra sulla sua collina. Su castel Vernieri non esiste alcuna notizia storica certa. Probabilmente è di origini normanne. Il Carucci, indirettamente, ne fa un accenno quando parla di “fortilizi” o “avamposti” che vigilavano sulla piana del Sele e sui borghi dell’entroterra. Struttura e dimensioni degli ambienti fanno pensare ad una residenza signorile più che ad un vero e proprio fortilizio, famoso per essere stato nel ‘200 la residenza del celebre Giovanni Da Procida.

Castel Vernieri panorama

Mille anni di storia non sono bastati a far sì che il Castello faccia parte del patrimonio architettonico della Città di Salerno; infatti, Castel Vernieri è tutt’ora di proprietà privata. Un monumento che un tempo ha avuto indubbiamente una grande importanza, mentre oggi riversa in uno stato di totale abbandono pur conservando interessanti evidenze architettoniche tra cui le strutture ogivali. Pare che Salerno, essendo la più ricca e potente durante i secoli dell’alto Medioevo, conobbe, forse per prima, l’ogiva di cui ne esistono diversi esemplari, nel tentativo di soddisfare i desideri di “que’ nostri industriosi trafficanti, che cercavano di imitare e di emulare i più bei monumenti che vedevano nei luoghi di Oriente”.

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Domina una valle in continuo fermento con opere moderne che soccombono e capitalizzano il territorio, mentre in alto, sulla collina, regna il silenzio, l’indifferenza; l’indifferenza di coloro che potrebbero far qualcosa per riportare alla luce una testimonianza storica e architettonica del passato della città di Salerno. Parte integrante e attiva del complesso sistema difensivo del principato salernitano, ha ricoperto un ruolo di primo piano nelle vicende locali, all’interno di una dimensione strettamente legata ad eventi storici cruciali quali la dominazione angioina o la Guerra del Vespro. Oggi non è altro che un misero rudere, soffocato da erbacce e spazzatura.

Echeggia nella valle Picentina l’urlo disperato di un’emergenza architettonica carica di fascino che un tempo appariva maestosa ed inespugnabile ma, al giorno d’oggi, finita nel dimenticatoio, destinata a un crudele destino dopo aver vissuto un passato glorioso ormai lontano anni luce.